10 Myths About Introverts (Italian Translation)
10 Myths About Introverts
(Italian Translation)
Ho scritto questo articolo a fine 2008. A quell’epoca ero stato abbastanza fortunato da scoprire un libro intitolato Il vantaggio dell’introverso, come avere successo in un mondo di estroversi The Introvert Advantage: How to Thrive in an Extrovert World della psicologa Marti Laney. Era come se qualcuno avesse scritto una voce enciclopedica su una rara razza di persone a cui io appartenevo. Non solo spiegava molte delle mie eccentricità, ma mi ha anche aiutato a ridefinire la mia vita in un contesto nuovo e produttivo.
Ovvio, chiunque mi conosca direbbe «D’oh! Perché ci hai messo così tanto a capire di essere un introverso?». Non è così semplice. Il problema è che bollare qualcuno come introverso è un’affermazione molto superficiale, piena di pregiudizi comuni. È più complicato di così.
Una sezione del libro di Laney (da pagina 71 a pagina 75) traccia una mappa del cervello umano e spiega come i neurotrasmettitori seguano diversi percorsi dominanti nel sistema nervoso degli introversi e degli estroversi. Se la scienza su cui si basa il libro è corretta, si scopre che gli introversi sono persone ipersensibili alla dopamina, cosicché un’eccessiva stimolazione esterna li sovraccarica e li esaurisce. Al contrario, gli estroversi non ne hanno mai abbastanza della dopamina, e i loro cervelli necessitano di adrenalina per crearla. Gli estroversi hanno anche un percorso neuronale più breve e minore afflusso di sangue al cervello. I messaggi del sistema nervoso di un estroverso perlopiù aggirano l’area di Broca nel lobo frontale, che è dove avviene gran parte del pensiero contemplativo.
Sfortunatamente, secondo il libro, solo il 25% delle persone sono introverse. Ce ne sono ancora meno che siano estreme quanto me. Questo conduce a molti fraintendimenti, dato che la società non ha molta esperienza con la mia gente (adoro poter dire “la mia gente”).
Quindi ecco qualche pregiudizio comune sugli introversi (non estrapolati direttamente dal libro, ma basati sulla mia esperienza personale):
Mito #1: Agli introversi non piace parlare.
Non è vero. Semplicemente gli introversi non parlano a meno che non abbiano qualcosa da dire. Odiano le chiacchiere. Fate parlare un introverso di qualcosa che gli interessa e non starà zitto per giorni.
Mito #2: Gli introversi sono timidi.
La timidezza non ha nulla a che fare con l’essere introversi. Gli introversi non hanno necessariamente paura della gente. Quello che gli serve è una ragione per interagire. Non interagiscono per il solo gusto di farlo. Se volete parlare a un introverso, cominciate a parlarci. Non preoccupatevi di risultare maleducati.
Mito #3: Gli introversi sono rudi.
Spesso gli introversi non vedono la necessità di girare intorno alle questioni in nome delle piacevolezze sociali. Vogliono che tutti siano semplicemente onesti. Sfortunatamente questo non è accettabile in molti contesti, e gli introversi possono sentire molta pressione per adattarsi, cosa che trovano spossante.
Mito #4: Agli introversi non piace la gente.
Al contrario, gli introversi tengono intensamente ai pochi amici che hanno. Possono contare i loro amici intimi sulle dita di una mano. Sei siete abbastanza fortunati da venire considerati amici da un introverso, probabilmente avete un sostenitore leale per la vita. Una volta che avete ottenuto il loro rispetto come persone di sostanza, siete a cavallo.
Mito #5: Agli introversi non piace uscire.
Insensato. Agli introversi semplicemente non piace uscire A OLTRANZA. Preferiscono anche evitare le complicazioni legate alle attività pubbliche. Assorbono dati ed esperienze molto velocemente, e di conseguenza non hanno bisogno di esserci a lungo per “capire”. Sono pronti per andare a casa, ricaricarsi ed elaborare il tutto. In effetti, ricaricarsi è assolutamente cruciale per gli introversi.
Mito #6: Gli introversi vogliono stare sempre da soli.
Gli introversi sono perfettamente a proprio agio con i loro pensieri. Pensano moltissimo. Sognano ad occhi aperti. Amano avere problemi su cui lavorare, enigmi da risolvere. Ma possono anche sentirsi incredibilmente soli se non hanno nessuno con cui condividere le loro scoperte. Anelano ad avere una connessione sincera e autentica con UNA PERSONA per volta.
Mito #7: Gli introversi sono strani.
Gli introversi sono spesso individualisti. Non seguono la folla. Preferiscono essere apprezzati per il loro stile di vita insolito. Sono pensatori autonomi e per questo, spesso, sfidano le consuetudini. Non prendono le loro decisioni basandosi perlopiù su cosa è popolare o di moda.
Mito #8: Gli introversi sono nerd distratti.
Gli introversi sono persone che principalmente si guardano dentro, facendo molta attenzione ai loro pensieri ed emozioni. Non è che non siano capaci di prestare attenzione a quel che succede intorno a loro, è che per loro il loro mondo interiore è molto più stimolante e gratificante.
Mito #9: Gli introversi non sono capaci di rilassarsi e divertirsi.
Gli introversi si rilassano tipicamente a casa o nella natura, non in formicolanti spazi pubblici. Gli introversi non cercano il brivido né sono assuefatti all’adrenalina. Se c’è troppo rumore e troppo parlare intorno a loro, si spengono. Il loro cervelli sono troppo sensibili al neurotrasmettitore chiamato Dopamina. Introversi ed estroversi hanno percorsi neuronali dominanti diversi. Fate una ricerca online.
Mito #10: Gli introversi possono guarire e diventare estroversi.
Un mondo senza introversi sarebbe un mondo con pochi scienziati, musicisti, artisti, poeti, registi, dottori, matematici, scrittori e filosofi. Ciò detto, c’è comunque un’abbondanza di tecniche che un estroverso può apprendere per interagire con gli introversi (sì, ho ribaltato intenzionalmente questi due termini per mostrare quanto sia prevenuta la nostra società). Gli introversi non possono “guarire”, e meritano rispetto per il loro temperamento naturale e per il loro contributo alla razza umana. Infatti uno studio (Silverman, 1986) ha dimostrato che la percentuale di introversi cresce insieme al QI.
«Non potete sfuggirci, e cambiarci vi porterebbe alla rovina». <– Me lo sono appena inventato. Sono un autore di script per il cinema. Può essere terribilmente distruttivo per un introverso rinnegare se stesso per andare d’accordo con un mondo a dominanza estroversa. Come le altre minoranze, gli introversi possono finire con l’odiare se stessi e gli altri a causa delle loro differenze. Se pensate di essere introversi, vi raccomando di fare una ricerca sull’argomento e cercare altri introversi per confrontare i vostri appunti. Il fardello di provare a diventare “normali” non è tutto sulle spalle degli introversi. Gli estroversi devono riconoscerci e rispettarci, e noi dobbiamo rispettare noi stessi. Fatemi sapere cosa ne pensate. -Carl. DOMANDE FREQUENTI Questi miti suonano esattamente uguali ai tratti dell’autismo/sindrome di Asperger. Ti sono mai stati diagnosticati? Non ufficialmente. Ma ultimamente comincio ad essere a mio agio a vedermi in quell’ottica. Comunque, se questa lista coincide con la descrizione dell’autismo/sindrome di Asperger, allora ne consegue che là fuori ci sia una nutrita popolazione femminile con l’autismo/sindrome di Asperger. Ricevo quotidianamente moltissime email di ringraziamento da parte di mamme e nonne “apparentemente neurotipiche” che mi dicono quanto questa lista le descriva perfettamente. Ma non sono un esperto. Personalmente sospetto che se più persone avessero l’autismo/sindrome di Asperger il mondo sarebbe un posto migliore. Date un’occhiata a Wrong Planet. Complimenti a loro! Che influenza ha avuto questo argomento sulla tua creatività? Le difficoltà di essere un introverso in un mondo di estroversi sono centrali in tutti i miei progetti creativi. Di recente ho scritto una storia intitolata Cuyahoga! che offre una spiegazione in chiave science fiction per l’introversione e l’autismo. Perché hai pregiudizi nei confronti degli estroversi? È solo una risposta ai bulletti. Hai qualche riferimento scientifico per sostanziare le informazioni sulla dopamina e l’area di Broca? Il solo riferimento che ho per quella sezione è questo articolo: Il vantaggio dell’introverso (The Introvert’s Advantage) di Marti Olsen Laney, psicoanalista. Non ho modo di verificare se sia tutto vero, non sono uno scienziato né un dottore. Se desiderate discuterne, contattatela all’indirizzo marti@theintrovertadvantage.com. Forse avrete più fortuna di me nell’ottenere una risposta. Pensi che l’introversione possa avere delle cause? Secondo me no. Sono stato “così” da sempre, per quanto ricordo. Però credo mi abbia reso più suscettibile a sviluppare il DPTS a seguito di un brutto incidente stradale che ho avuto a fine 2006. Ma questa è storia per un altro articolo/libro. E se sono mezzo introverso e mezzo estroverso? Se introversione ed estroversione sono orientamenti mentali (e non comportamenti), non capisco la domanda. Nessuno ti vuole costringere a entrare in una squadra. Ma puoi certamente collocarti in qualche punto di uno spettro. Mi parlano perlopiù persone che si identificano fortemente nella mia lista e che non sono d’accordo solo su uno o due punti. Quindi sembrerebbe essere un fenomeno polarizzante. E se sono un introverso ma so essere estroverso alle feste? Credo che quello si chiami “essere socievoli”, non estroversi. Anch’io ci posso riuscire, a seconda della festa, di quanto a lungo ci sono stato e quanto sono stato stressato di recente. Nella mia adolescenza e nei vent’anni adoravo stare su un palco ed esibirmi per il pubblico. A volte ero un vero cretino, indossavo costumi e facevo un sacco di casino. Ma dopo volevo tornarmene a casa, non restare nei paraggi. Sareste sorpresi di sapere quanti attori famosi e presentatori TV sono introversi. Zig Ziglar, un motivatore leggendario, ha affermato che gli introversi sono i migliori venditori. Quindi non ha niente a che fare con quanto parli o quanto ti muovi quando sei in pubblico. Posso leggere questo articolo in altre lingue? Sì, fino ad ora è stato tradotto in tedesco. Se sei così introverso, perché vuoi essere aggiunto su Facebook/perché scrivi tanto su Facebook etc.? Per me i social network sono il mezzo ideale per connettermi alla gente secondo il mio ritmo, informarmi sugli avvenimenti attuali al di là dei canali principali e parlare con persone da tutto il mondo che hanno i miei stessi interessi strani (musica, filosofia). Ma i social network non sostituiscono avere un amico vero nella vita reale. Sentitevi liberi di aggiungermi su Facebook o Twitter. Se questo articolo vi è stato utile, prendete in considerazione l’idea di donare un piccolo contributo. Mi piacerebbe molto poter scrivere più spesso. === Italian Translation by Elena Gallina